Gli amici di AdessoilSud TV hanno intervistato, durante il Sit-In di giovedì 21 Novembre davanti il tribunale del lavoro di Foggia, il dott. Andolina e il vice presidente dell’Assoc. Viva La Vita Onlus Italia Savino Ivano Romagnuolo
FOGGIA – Non è bastato il vento gelido, non è bastato il fatto che non si ha proprio il fisico per resistere tanto tempo esposti alle intemperie del novembre foggiano. Il sit-in attuato dagli attivisti di Viva la Vita Onlus, associazione composta principalmente da malati di SLA, si è regolarmente tenuto, giovedì mattina, dinanzi alla sezione Lavoro del Tribunale di Foggia, dove i ricorsi per l’accesso alle cure del cosìdetto Metodo Stamina del prof. Davide Vannoni vengono sistematicamente respinti.
Seduti su sedie a rotelle, o sostenuti da stampelle, diversi malati hanno presidiato l’entrata dell’ufficio giudiziario foggiano, recentemente rimpolpato dal soppresso Tribunale di Lucera e dalle sedi distaccate ghigliottinate dalla riforma della geografia giudiziaria promossa dai governi Berlusconi, Monti e Letta. I malati, impietriti, venivano distrattamente osservati dai più, che non hanno fatto caso – evidentemente – neanche alle giganti scritte apposte sulle pareti del Tribunale foggiano: «Negarci la libertà di scegliere = condanna a morte!». Tra questi c’era Savino Ivano Romagnuolo (lo avevamo intervistato qualche tempo fa, ndr), attivista di Viva La Vita Onlus, malato anche lui di SLA. «Cosa può farmi più male della malattia che ho? Perchè un giudice deve decidere se devo morire senza combattere o se posso provare a vivere?». Sono queste le domande che lasciano allibiti chiunque ascolti parlare quel ragazzo, studente universitario, colpito da SLA a 25 anni, che con una commovente lucidità racconta a tanti sconosciuti la sua vita andata a rotoli per un male ad oggi non conosciuto.
All’interno delle sovraffollate aule della sezione lavoro di Corso del Mezzogiorno si doveva decidere l’esito per un ricorso presentato dai genitori di una bimba di due anni affetta da una grave malattia neurodegenerativa che non ha, al momento, alcun tipo di cura. Alla fine non si è assunta alcuna decisione, ma l’esito, seppur non scontato, appare evidente: la bimba di due anni non potrà essere iscritta alla lista di attesa presso gli Spedali Civili di Brescia, unico plesso sanitario in Italia in grado di fornire gratuitamente le cure del Prof. Vannoni. Forse non farà in tempo. Forse sarà una nuova vittima di un sistema che non vuole vedere i risultati dei pazienti che hanno ottenuto le infusioni. Una delle tante. Tanti infatti sono i malati gravi, terminali, che muoiono in attesa di un riscontro dei Tribunali, in attesa che si sblocchi un posto presso la struttura bresciana.
Forse si fa finta di non capire o di non vedere. Forse non si tiene conto che in vista di una morte certa, nulla può far più male dell’arrendersi alla malattia, o di accontentarsi di un medicinale che se tutto va bene ti rallenta “la bastarda” – la SLA – e ti fa morire con un mese di ritardo. Forse non si tiene conto nemmeno dell’impatto sociale ed economico di una vicenda tutta italiana, che fa ridere la comunità scientifica internazionale.
Presente al Sit-In anche il dott. Marino Andolina, Vice-Presidente di Stamina Foundation, tra i principali esperti di staminali e promotore del Metodo Stamina. Era stato convocato dall’Avvocato del Foro di Foggia Gianluca Ottaviano, difensore di gran parte dei malati della Provincia di Foggia che decidono di fare ricorso per ricevere le cure dell’ospedale bresciano. Il giudice, tuttavia, non ha voluto ascoltare le dichiarazioni spontanee del medico, giunto appositamente da Trieste per offrire un utile contributo alla causa della bimba.
Un orientamento, quello dei giudici, che va accomunandosi in tutti i processi d’Italia, benchè nel defunto Tribunale di Lucera, o in quello di Taranto, ad esempio, l’orientamento era ben differente e tanti sono stati i ricorsi di pazienti che hanno trovato una risposta più che positiva alle richieste presentate. A Foggia no. I ricorsi per il Metodo Stamina vengono rigettati. A prescindere. «A soli 18 km da Lucera». (Alessio Pittari).
Fonte: adessoilsud.it




